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Investimenti per Startup – Tutte le fasi

Introduzione

Quali sono le fasi di investimento durante lo sviluppo di una startup? Ogni imprenditore dovrebbe avere estremamente chiaro il processo di fundraising per pianificare al meglio il proprio percorso startup e attrarre capitali nel modo più efficace possibile.

Andiamo oggi ad analizzarle insieme le varie fasi di sviluppo di una startup e i relativi investimenti per ogni fase. L’articolo si concentrerà prevalentemente sugli investimenti in equity.

Pre-Seed

In questa fase la startup è in fase embrionale, poco sviluppata o, in alcuni casi, solo un’idea concettualizzata tramite una presentazione.

In questa fase le sorgenti di finanziamento più comuni sono il bootstrapping (autofinanziamento) e gli investimenti provenienti da amici, familiari o persone comunque vicino ai founder (Friends, Family and Fools).

Errori comuni da evitare:

  • Cedere troppa equity per pochi soldi
  • Raccogliere troppi soldi
  • Raccogliere senza aver chiaro il percorso fundraising tipico di una startup
  • Pensare di avviare una startup solo con i soldi degli altri

Nella fase pre-seed le startup raccolgono in media tra i 30.000 e i 100.000 euro.

Consigliamo di valutare in questa fase anche eventuali bandi a fondo perduto presenti in diverse regioni Italiane.

Scopri come Capital Venture Consulting può supportarti in questa fase fundraising.

Seed

In questa fase l’idea inizia a materializzarsi tramite un Business Model, la creazione di un Business plan e lo sviluppo di un MVP (Minimum Viable Product). Il prodotto/servizio viene quindi messo per la prima volta sul mercato (solitamente una nicchia di mercato) con l’obiettivo di raccogliere feedback dagli utilizzatori.

Nella fase di Seed, l’idea inizia a concretizzarsi e l’obiettivo dei founder ora è quello di attrarre l’attenzione di nuovi investitori per continuare a crescere.

In questa fase gli investitori di riferimento sono acceleratori di startup, Business Angels e veicoli d’investimento che investono in fase seed. Il round tipico in Italia si aggira tra i 100.000 e i 300.000.

Importante notare che spesso gli investitori non vengono scelti solamente per l’apporto finanziario, ma anche in base al valore aggiunto che gli stessi possono portare alla startup tramite il proprio know-how e network professionale.

In questa fase è anche abbastanza comune avviare una campagna di crowd, che sia Crowdfounding, Crowdinvesting o Crowdlending, e non va esclusa la possibilità di partecipare a programmi pubblici di agevolazione e sovvenzionamento.

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Early Stage

Il prodotto è sul mercato e sta riscuotendo discreto successo, adesso si mira ad ottenere visibilità per aumentare la propria brand awareness e individuare il giusto percorso di scalabilità.

In questa fase i costi aumenteranno a causa dello sviluppo del prodotto, un maggior numero di dipendenti e campagne commerciali.

In alcuni casi le startup riescono a proseguire in questa fase senza nuovi investimenti, sfruttando i ricavi generati dal business e le rimanenze del round seed.

In altri casi è necessario effettuare dei “bridge round” tramite follow-on di investitori precedenti, ingresso di nuovi angel, fondi di venture capital (VC) o altri veicoli d’investimento.

Per quanto riguarda i fondi Venture Capital è importante fare distinzione tra fondi che investono in fasi early stage e fondi che investono in fasi più avanzate. Molto spesso le startup tendono a contattare i fondi Venture Capital senza fare distinzioni e contattano fondi late stage troppo presto. Questa pratica oltre a portare tanti “NO”, fa sprecare tempo al team, che invece dovrebbe essere concentrato sul business e trovare investitori davvero in target per la fase di sviluppo.

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Growth Stage

In questa fase Il prodotto è sul mercato e sta crescendo, ciò che è necessario a questo punto è conquistare velocemente quote di mercato su base nazionale e internazionale.

È possibile distinguere due momenti di crescita: Early growth e Sustained growth.

Early Growth

L’Early growth è la prima fase, in cui essenziale è lavorare sul business model, sulle strategie commerciali e di marketing per acquisire clienti e dimostrare la scalabilità del business.

I finanziamenti possono derivare da equity round (come Series A e Series B) o anche da forme di finanziamento provenienti da gruppi bancari.

Il taglio d’investimento ricade in un range molto ampio, in Italia tra gli 800.000 euro e i 5 milioni.

Gli investitori principali sono i fondi Venture Capital, affiancati alcune volte da altri veicoli di investimento come Family Office, fondi Private Equity o investitori strategici come aziende affini al progetto startup.

Sustained Growth

Giunti a questo punto una startup ha ottenuto sostanziosi investimenti e sta riscuotendo sempre più successo nel mercato, si punta ad ottenere sempre più quote di mercato su scala di solito internazionale.  

I finanziamenti continuano in questa fase con round di serie C e serie D, gli investitori di riferimento sono i fondi Venture Capital late stage e Fondi Private Equity.

Exit

Ultima fase del ciclo di vita di una startup è l’Exit, momento in cui gli investitori rientrano del proprio investimento uscendo dalla proprietà della startup, ma come? Sono diverse le tipologie di exit, tra le più importanti ci sono:

  • IPO (Initial Public Offering): la startup ha avuto successo e riesce a quotarsi in borsa e gli investitori potranno vendere le proprie azioni.
  • Acquisizione: un’azienda già avviata con una grande quota di mercato decide di acquisire la startup.

Ricordiamo che l’Exit non è la fine della startup, ma un nuovo punto di partenza in cui la semplice idea di partenza inizia a giocare con i “grandi”.

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